I manifesti di Salvini a Roma non presentano alcun candidato. Avete visto anche voi questi cartelloni? I maxi manifesti 6 x 3 sono apparsi a inizio settembre lungo le principali strade della Capitale. Questi sono stati affissi sui tabelloni dell’Ardeatina.
Braccia conserte, camicia bianca e giacca blu. Sul bavero la spilla di Alberto da Giussano. A sinistra il simbolo di “Lega Salvini Lazio” e “Prima gli italiani”. A destra degli slogan generici come “Roma una città più sicura” e “Roma una città più efficiente”, declinati in sotto-temi come stop all’illegalità, chiusura dei campi nomadi e taser alla Polizia. Soprattutto, in basso, le “call to action” che invitano i cittadini a inviare segnalazioni via email e ad agire sui social con l’hashtag #RomaTornaCapitale.
I manifesti di Salvini a Roma hanno l’obiettivo di coinvolgere il pubblico
Questi cartelloni si distinguono per la forte capacità comunicativa tipica del “brand” Salvini. Infatti la comunicazione del leader del Carroccio utilizza i media sia per “parlare” che per “ascoltare” gli utenti. I contenuti creano engagement sfruttando appieno le potenzialità del mezzo stesso. Questa caratteristica è emersa anche con il “Vinci Salvini” sui social nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche 2018. Si tratta di uno stile comunicativo transmediale – che, cioè, utilizza in modo autonomo i diversi media.
I diversi stili comunicativi: dal transmediale al crossmediale
Al contrario, si può vedere come i politici degli altri schieramenti usino i social in modo monodirezionale. Sia Silvio Berlusconi che Matteo Renzi, per esempio, usano i social come degli “uffici stampa”. Infatti, questo si vede perché pubblicano aggiornamenti sulle loro attività quotidiane e rilanciano unicamente le proprie interviste. In questo caso lo stile comunicativo è tradizionale o, al massimo, crossmediale.
La comunicazione è crossmediale quando gli stessi contenuti vengono riproposti su tutti i media. In questo caso, i singoli canali funzionano come delle “casse di risonanza” dello stesso messaggio.
Paolo Ciani: ‘Senza coalizione non si vince. Noi diamo un contributo, sarò a nome di DemoS candidato a Sindaco di Roma’ @demosolidale #ConferenzaStampa pic.twitter.com/o4MxkROUmo
— Andrea Lemma 🇮🇹🇪🇺 (@LemmaAndrea) September 11, 2020
Paolo Ciani (a sinistra) nel corso di un incontro di Demos
Il contesto in cui si inquadrano i manifesti di Salvini a Roma
I cartelloni si inquadrano in un contesto in cui i candidati sindaco di Roma tardano ad arrivare. Gli unici candidati presenti sinora sono Virginia Raggi per il M5S, Paolo Ciani e Tobia Zevi.
La destra non ha ancora scoperto la propria carta per la Capitale: Giorgia Meloni già detto di non essere interessata alla candidatura. Tra l’altro Antonio Tajani, in un’intervista a “Il Tempo”, ha espresso il proprio favore nei confronti di un sindaco “modello Bertolaso”: una persona che abbia competenze amministrative come un militare o un manager.
Per i candidati di centro-destra occorrerà aspettare dopo le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre.
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