Per me, il 15 agosto non è Ferragosto. Non lo è per il semplice fatto che è “il giorno dopo il compleanno di Nonna”. E mia nonna viene sempre prima di qualsiasi festa canicolare. Roma era sotto un acquazzone, ma proprio forte, con tuoni come raramente ho mai sentito. Quella mattina mi svegliò il rombo della pioggia sui vetri, e un caldo senso di protezione nello stare sotto le coperte. Un 15 agosto capriccioso che, già alle 10 di mattina, avrebbe tirato fuori un sole da spaccare i sanpietrini. Accesi il cellulare e andai su Facebook, quando vidi con la coda dell’occhio che era in programma un concerto, da qualche parte. “La notte romana di Ferragosto – con Giulia Ananìa – Bella, Gabriella! – e Poeti der Trullo”. Quella sera.
Entrai nel grande spazio di terra battuta. Il Campo Boario, all’interno dell’ex Mattatoio di Testaccio. La Città dell’Altra Economia. Vestigia di archeologia industriale, vecchia macelleria riqualificata a museo. Biliardini, chioschi delle birre, odore di brace e di zampirone. Grattachecche. Murales e street art. Da lontano vidi un palco e un maxischermo. Brandelli di musica coprivano le distanze.
Mi avvicino, sul palco c’è Giulia Ananìa, cantante e scrittrice, e la sua chitarra; è commossa in questo concerto-spettacolo in cui porta la dedica emozionale a Gabriella Ferri (e alla sua Roma). Alternate, ci sono le poesie dei Poeti der Trullo lette da Michele Botrugno e Lilith Primavera (ospiti speciali Lucilla Galeazzi, Alessia Amendola, Canusìa).
Chi sono i Poeti der Trullo? Avevo sentito parlare di questo gruppo di sette pionieri (anonimi), emblema di uno dei quartieri periferici della Capitale, e il 15 agosto sono rimasta letteralmente senza parole. Poesie scritte a pennarello sui muri della città, spirito romantico. Poesie di qualità, con metrica rimata, ritmata, a volte rappata. E soprattutto parole che arrivano in profondità, una semplicità intensa che emoziona e fa sentire meno soli. Poesie che mescolano crepitìo underground e dolce ponentino. Il gruppo è portatore di un intelligente manifesto chiamato “Metroromanticismo”: un movimento poetico che parte dal basso; dove la parola poesia non indica tanto lo scrivere in rima, quanto il continuo dialogo con il quartiere e le persone; il quartiere Trullo come luogo universale, reale e mentale.
(continua dopo la foto)
“Del Romanticismo prendiamo e portiamo nella periferia: il sublime, il senso di infinito, il sentirsi tanto piccoli di fronte all’immensità della natura, la tensione verso la profondità delle emozioni, l’esaltazione delle passioni”
“Una fabbrica abbandonata, per il MetroRomanticismo, è la montagna infinita dei vecchi Romantici, le case popolari sono i nostri castelli, il tatuaggio è il nostro ritratto di famiglia, un cartone dimenticato del mercato della mattina è la traccia di una carrozza, la fermata della metropolitana è la nostra tenuta in campagna”
I mezzi usati dai Poeti sono i muri della città e la rete. Le poesie sono riunite in una raccolta che, in poche settimane, ha venduto numerose copie. A mio parere incarnano perfettamente il nuovo desiderio di ritorno all’intimità, alla riflessione, al quartiere, lontano dai palazzi del centro e dalle sedi del potere. Voglia di comunicare in modo locale e allo stesso tempo restare connessi (ma senza l’alienazione indotta dai mass media). Rinnovare il senso di appartenenza al territorio e la capacità di unire le persone.
Personalmente mi trovo in sintonia con queste premesse. Le poesie dei Poeti der Trullo mi sono arrivate dritte al cuore; mi è venuto un nodo alla gola, perché ero commossa, e non ho potuto non dire a chi stava con me: “Te vojo bene”.
Articolo di: Alice Palombarani
Scritto e pubblicato il: 18 agosto 2015
locandina di Zerocalcare
15 agosto 2015
Bella, Gabriella! & Poeti der Trullo
Eutropia Festival
Musiche: Gabriella Ferri
Arrangiamenti: Giulia Ananìa & Bella, Gabriella!.
Testi: Gabriella Ferri, Pierpaolo Pasolini, Poeti der Trullo, Giulia Ananìa
Produzione e Organizzazione : ARTIFICI
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