Intervista ad Emanuela Mino: il derby, Portuense e le questioni dell’11° Municipio

Oggi Occhiaperti Blog regala ai suoi lettori un’intervista esclusiva a Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI, che ci parla della nostra città Roma, in particolare della zona Portuense e delle questioni sociali ed economiche che mobilitano noi cittadini.

Buongiorno Emanuela, grazie per aver accettato l’intervista. Rompiamo subito il ghiaccio

chi pensi che vincerà il derby Lazio – Roma di domenica 3 aprile?
La Roma, ovviamente e spero possa giocare Totti.

Veniamo alla politica, ci vuoi parlare della tua carriera, per esempio quando e perchè hai deciso di candidarti alle municipali?
La politica è donare il proprio tempo ai cittadini e al territorio, non un luogo dove fare carriera, i destini personali vengono dopo i bisogni della collettività. Per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che fosse importante uscire dalla propria individualità occupandosi anche degli altri e del mondo che ci circonda. Mi sono per lungo tempo battuta per i diritti civili e poi per il quartiere in cui abito che soffre di una politica – ormai si spera superata – che non poneva le esigenze del cittadino al primo piano. Ho studiato molto prima di decidere che potevo dare il mio contributo, seguendo dei percorsi di formazioni oltre a far tesoro dell’esperienza acquisita dal rapporto con le Istituzioni che ero ormai abituata a frequentare da cittadina attiva.

Il Municipio XI comprende la zona Arvalia Portuense. Quali sono le caratteristiche sociali ed economiche di questo Municipio, quali i pregi e quali invece le tematiche che mobilitano maggiormente i cittadini?
Il territorio del Municipio XI è indubbiamente vasto ed estremamente variegato così come lo sono le tematiche più sentite. Decongestionare il quartiere Marconi, oggi invaso dal traffico e della sosta abusiva e al contempo rilanciarne la vocazione commerciale e realizzare luoghi di incontro e nuovi spazi verdi, come il Parco Papareschi sono esigenze  molto sentite sia da chi abita questo quartiere sia da chi lo giverna. Nel quartiere Portuense, una zona agiata rispetto ad altri territori, devono essere principalmente risolti alcuni problemi che si trascinano da anni: l’allargamento del sottopasso ferroviario che consentirebbe un collegamento veloce con il centro della città, il complesso del Forlanini che va riqualificato e trasformato per servizi al quartiere, la realizzazione del Parco Ruspoli. E poi Magliana, il quartiere che fu costruito a metà degli anni Sessanta su un’ansa del Tevere al di sotto del livello degli argini del fiume e che ha visto, nella sua storia, le lotte legate all’occupazione delle case, l’accostamento al crimine sia con la Banda della Magliana sia con altre vicende come quella del Canaro. Negli anni sono stati fatti interventi per dare un nuovo volto al quartiere, come la realizzazione di Piazza de André, ma ci sono davanti sfide importanti come la lotta al degrado, alle occupazioni abusive, agli insediamenti illegali, al traffico. A questo si  contrappone un’umanità viva e coesa che attende che altre opere come il Parco Tevere (un parco golenale che racchiude in 1 km attività sportive e spazi naturali messi a disposizione della cittadinanza) migliorino la qualità della vita  della zona: penso ad esempio alla realizzazione del Ponte dei Congressi e alla funivia sul Tevere. E poi Corviale, con il Serpentone, la sua realtà così particolare che viene studiata nelle università di mezzo mondo e le zone intorno  come Casetta Mattei che rischia un destino simile ad altri quartieri della città, quasi dimenticati per l’assenza di  problemi che non siano quelli di strade da tappare o da ripulire e che, invece, hanno bisogno di un’attenzione in più  perché mantengano quella vitalità e quell’umanità che li hanno sempre contraddistinti. E infine la zona della cinta esterna, la quale racchiude esperimenti di edilizia che, personalmente, ritengo sbagliati e che hanno creato quartieri privi, a volte, dei più elementari servizi, dove scuole e servizi pubblici sono un lusso; servono quindi interventi decisi che portino ad un  riavvicinamento della periferia al centro, un cambio di passo deciso, con una ricucitura urbana e sociale  imprescindibile in una città come Roma.

Sul tuo sito hai scritto che, prima di candidarti alle municipali nel 2013, ti sei impegnata attivamente nel territorio. Quale consiglio daresti ai giovani appassionati di politica che vorrebbero impegnarsi concretamente?
Il mio consiglio è semplice ed è quello di credere nell’esistenza di una politica che non sia quella urlata di chi critica senza costruire e di chi pone i problemi ma non si siede a trovare soluzioni, una politica che sa che c’è bisogno di ricucire il tessuto sociale e non di acuire ed esasperare le divisioni, che capisce che si può lavorare per il bene del territorio ed essere al fianco dei cittadini.

Nel corso della tua attività hai avuto modo di osservare le diverse politiche dei vertici capitolini: Ignazio Marino, il prefetto Gabrielli e il commissario prefettizio Tronca. Come è cambiato il Municipio XI nel tempo?
Il cambiamento principale che ho trovato nel passaggio tra Marino e Tronca è stata la mancanza di interlocutori che potessero dare forza alla linea politica ed alle iniziative intraprese dal Municipio. E’ indubbio che a Roma serva una guida politica e che il commissariamento, pur in questa fase necessario, ora deve terminare.

Recentemente su Occhiaperti abbiamo parlato del Corviale, delle questioni connesse alla sua costruzione e riqualificazione. Nel novembre 2015 sono stati stanziati 22 milioni di euro per un progetto di riqualificazione della struttura. Quali sono i risultati raggiunti finora?
Come risposta al vostro articolo sul Corviale, direi che i milioni di euro stanziati sono un indubbio investimento per la rinascita di Corviale: grazie a questi fondi sono partiti e partiranno interventi attesi da oltre un decennio. In dettaglio, una parte dei fondi servirà a realizzare nel blocco centrale (quarti e quinti piani) abitazioni per oltre 100 famiglie, riqualificando così locali che inizialmente erano progettati per ospitare botteghe artigianali e spazi sociali ma che, negli anni, sono stati occupati e trasformati in abitazioni di fortuna; grazie ai circa 4 milioni stanziati dalla Regione, che si aggiungo ai già 6 previsti dal Contratto di Quartiere, in un futuro molto prossimo sarà possibile progettare, appaltare e realizzare gli alloggi che  verranno assegnati ai cittadini aventi diritto. Quasi 5 milioni di euro sono stati investiti per la manutenzione straordinaria dell’edificio in corso e, come investimento per il futuro, 9,5 milioni sono pronti per dare attuazioni alle proposte di riqualificazione che sono pervenute nell’ambito del concorso internazionale “Rigenerare Corviale”, bandito dall’ATER e rivolto ai migliori progettisti europei. Se penso che solo fino a tre anni fa la Regione governata  dalla Polverini voleva sostituire sia il Corviale che il verde circostante con delle villette, cancellando  nei fatti la Tenuta dei Massimi, il lavoro fatto  riveste un valore maggiore perché punta al recupero del tessuto  sociale e non solo urbano, rispettando anche la natura e l’ambiente.

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