La scottatura del margine: “It wound killer now” al Teatro Belli

Dal 28 ottobre al 16 novembre il Teatro Belli ha proposto “Trend – nuove frontiere della scena britannica”, rassegna di drammaturgie britanniche d’avanguardia, per scoprire autori contemporanei quasi sconosciuti in Italia, giunta quest’anno alla 13° edizione. Antonio Salines, direttore artistico, ha inserito in cartellone pièce pluripremiate all’estero (come quelle di Owen McCafferty, Duncan Macmillan, Penelope Skinner: autori eclettici e trasversali, collezionisti di numerosi Awards e Premi); per concludere con “It wound killer now” nelle serate del 16 e 17 novembre.

con Alice Arcuri, Luca Catello Sannino, Michele Maganza

messa in scena Luca Fiamenghi

un progetto ideato da Carlo Emilio Lerici

produzione Trilly

“It. Wound. Killer. Now”, un titolo tagliente per i quattro monologhi che Philip Ridley ha pubblicato l’anno scorso, e che oggi vengono interpretati da un’attrice e due attori. Sul palco vediamo alternarsi Alice Arcuri, Luca Catello Sannino e Michele Maganza: le pièce non hanno attinenza concreta fra loro, ma sono collegate da un pensiero, o meglio uno stato d’animo. La scenografia (un’enorme cornice che rinvia al pieno e al vuoto) incombe sulla platea così come le storie dei perdenti, dei pazzi, dei malati che vengono interpretate con intensità. I personaggi stracciano le storie, le fanno a brandelli e le ricompongono, colpendo lo spettatore assieme a violenti fasci di colore, per seguire la trama assurda dei loro pensieri.

Una curiosità, può darsi tutta mia. Secondo me si è prodotta una curiosa “dissonanza estetica” tra il genere di spettacolo e l’austerità classica del Belli, un teatro antico e composto (ristrutturato di recente), che personalmente ho frequentato per la prima volta in questa occasione, e che non lascia trapelare la presenza di un cartellone rischioso e coraggioso.

Per un’ora i protagonisti si confessano in un flusso di coscienza senza un preciso inizio e una precisa fine, un climax che rastrella il disagio interiore per lanciarlo verso l’esterno. Uno spettacolo che provoca la reazione della scottatura, che lascia subito il livido, ma che fa male dopo qualche giorno. Che va lasciato riposare e metabolizzare. Le parole dipingono il quadro crudo, rabbioso e sporco di esistenze al limite, vite straniate, emarginati che si credono forti.

Forse sta al pazzo cogliere gli spicchi più acerbi della vita?

Articolo di: Alice Palombarani

Scritto e pubblicato il: 20 novembre 2014

su www.occhiapertiblog.wordpress.com

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