Teatro Argentina

Marburg

Il 22 novembre la Sala Squarzina del Teatro Argentina ha ospitato “Marburg” del catalano Guillem Clua, in occasione di uno degli appuntamenti dell’ottava edizione di “In altre parole”, rassegna di drammaturgia internazionale contemporanea: quattro testi e quattro luoghi per conoscere altrettanti nuovi autori teatrali.
in collaborazione con Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico
traduzione Virginiaclara Caporali
regia Eleonora Pippo
con Fabio Cocifoglia, Giandomenico Cupaiuolo, Fabrizio Falco, Laura Mazzi, Astrid Meloni, Laura Nardi, Danilo Nigrelli, Alvia Reale, Fabio Ranucci 


 

“Marburg” è uno dei quattro testi rappresentati nell’ambito dell’ottava edizione di “In altre parole”, rassegna di drammaturgia internazionale contemporanea, in quattro ambientazioni romane. Gli altri autori sono l’olandese Ger Thijs con “Vecchi maestri” al Teatro del Carcere di Rebibbia, la canadese Trina Davis con “Il metodo Romeo” alla Casa delle Culture e la spagnola Laila Ripoll con “Santa Perpetua” al Teatro Biblioteca Quarticciolo. La manifestazione è realizzata con il sostegno di Roma Capitale ed è frutto della collaborazione fra Teatro di Roma, Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e Istituto Cervantes, allo scopo di incentivare la conoscenza di nuovi autori teatrali.

Quattro città diverse hanno in comune il nome, Marburg, ma non solo.
In esse si svolgono altrettante storie drammatiche e sorprendenti, spazialmente e temporalmente distanti le une dalle altre. Nella Marburg tedesca nel 1967 si diffonde un virus letale e una coppia di ricercatori è in crisi; in quella della Pennsylvania del 1981, nel giorno in cui Reagan subì un attentato, una madre e un padre affrontano il trauma della perdita del figlio; in una cappella della Marburg sudafricana, nella notte di Capodanno del 1999, avviene l’incontro di un prete che ha perso la fede con una missionaria; nella Marburg australiana dei giorni nostri, la storia omosessuale di un uomo e un ragazzo che si incontrano in una stazione meteorologica.

Come filo conduttore delle quattro storie vi è la malattia; in esse la morte assume via via le sembianze di un virus letale, dell’Aids, dell’Alzheimer, e l’inattesa prospettiva della morte incombe sui personaggi che si impegnano nella ricerca di una soluzione per sopravvivere.

La messa in scena si svolge sotto forma di lettura recitata. Se nella prima parte si alternano le singole vicende dei personaggi, man mano le storie si intrecciano, trovano punti di contatto, parallelismi e contrasti che vengono rappresentati in un climax crescente sino al punto culminante.

Lo scopo del testo non è fornire risposte definitive, ma problematizzare ed esaminare quanto le reazioni di fronte alla malattia e i rimedi siano diversi a seconda del contesto storico e dell’età. L’estremizzazione della realtà ci aiuta però a capire che, nonostante a prima vista il contesto incida profondamente sui comportamenti, in realtà l’oggetto della ricerca è per tutti lo stesso: l’amore e la fede come unica cura possibile. La malattia è il caso limite in cui questo comportamento emerge con più chiarezza.

“Il mondo in cui viviamo è contagiato da noi stessi”, commenta Guillem Clua, esaminandolo però non da un punto di vista pessimista e catastrofista: deve anzi “essere un inno alla vita, un invito a spremerne tutto il succo, perché forse domani non sarà possibile (…) il miglior modo per farlo è amando, nonostante si viva in un mondo malato”.

Se i cardini di “Marburg” sono la malattia, l’amore e la morte, a questi si mescolano altri temi: il rapporto tra genitori e figli, il desiderio di volerne uno e il trauma di perderlo, il sospetto, l’onore di una persona malata, la fratellanza, la mancanza di fede e la sua ricerca, la reazione di un uomo sano di fronte a un moribondo, l’incomprensione, la gelosia.

I bravissimi attori e attrici in scena – Fabio Cocifoglia, Giandomenico Cupaiuolo, Fabrizio Falco, Laura Mazzi, Astrid Meloni, Laura Nardi, Danilo Nigrelli, Alvia Reale, Fabio Ranucci – riescono a dare corpo e voce al mondo sfaccettato e problematico degli otto personaggi dall’inizio alla fine, si evolvono, non rappresentano un’ideologia ma sono portatori di molteplici punti di vista, specchio di una realtà frammentaria in cui non esiste una sola verità, lasciando il pubblico col fiato sospeso e commosso.

 

 

Creato e pubblicato: Sabato, 23 Novembre 2013 18:03

Articolo di: Alice Palombarani

 

Teatro Argentina (Sala Squarzina) – Largo di Torre Argentina 52, 00186 Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 0677077784, mail lacontemporanea@fastwebnet.it
Orario spettacolo: venerdì 22 novembre ore 18
Biglietti: 3,00 €

Grazie a: Antonino Pirillo, Ufficio stampa rassegna In Altre Parole
Sul web: www.inaltreparole.orgwww.teatrodiroma.net

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