Teatro dell’Orologio

J & H, Doppelgänger Suite: variazioni su R. L. Stevenson

Creato Domenica, 16 Ottobre 2011 16:37 Alice Palombarani

Dall’11 al 23 ottobre al Teatro dell’Orologio con lo spettacolo “J&H” verrà raccontata la tensione fra il bene e il male, due forze opposte ma non uguali, splendida rivisitazione del tema dello sdoppiamento di personalità e dell’eterna lotta dell’onestà contro la malvagità.

 J&H

 di Francesco Randazzo

 con Walter Da Pozzo (H) e Francesco Randazzo (J)

 musiche a cura e di Calogero Giallanza

 coreografie Rossana Veracierta

 spazio scenico e regia Francesco Randazzo

“J&H” ossia “Jekyll & Hyde”, la parte buona e la parte malvagia che dimorano nell’uomo, espressioni diverse dello stesso volto, complementari e opposte, bianco e nero che si respingono e si mescolano nel grigio.

Lo spettacolo è l’interessante rivisitazione dei temi del doppio e del gemello malvagio che, nonostante siano stati le basi di molti romanzi per diversi secoli e solo più recentemente del cinema, vengono riproposti con nuovi e notevoli significati.

L’intera pièce è il nervoso dialogo tra due personaggiJ, brillante chirugo, incarna il perfetto uomo di scienza, dedito alla ricerca e alla cura del prossimo, serio e professionale. H è l’opposto malvagio e gemello che il chirurgo finora ha nutrito e conservato dentro di sé come un’ombra potenziale e latente, ma che è destinato a manifestarsi quando nell’angolo più recondito dell’anima fa capolino l’aspirazione a un maggior prestigio e a una carriera spregiudicata. H viene liberato e assume forma propria con un corpo che è distinto dall’anima nobile di J ma che tuttavia ne è ancora parte. J vede in H colui che vorrebbe e non vorrebbe essere, un uomo mostruoso eppure affascinante, totalmente integrato nella società odierna, cinico, perverso, spietato.

Così scoppia la battaglia tra le due forze opposte: se il chirurgo da una parte tenta di seguire la strada della bontà, dall’altra è tentato e insidiato dal proprio alter ego che lo invita al vizio e alla depravazione, perché a lui in fondo piace compiere le violenze e le bestialità di H, ma non ha il coraggio di dichiararlo neanche a se stesso, tenta di resistere ma viene intaccato sempre più dalla vergogna e dal senso di colpa, infine la debolezza lo conduce alla sconfitta.

L’idea di oppressione e di disperazione provata dal chirurgo è resa splendidamente attraverso la scenografia scarna e la penombra; a colpire lo spettatore sono soprattutto la nudità della scena e l’impressione di fredda solitudine, complici la vicinanza degli attori più lo spazio limitato e quieto della piccola sala in cui rimbombano le violente grida e i passi pesanti di H.

J e H sono luce ed ombra e da ombra e luce sono circondati. Sul fondo, dalle due lampade nasce un’atmosfera di mistero, mentre gli unici due fari creano il marcato chiaroscuro che segna con fermezza le espressioni selvagge di H. Questi è interpretato da Walter da Pozzo, magistrale nel definirne la figura ferina e disumana con gli occhi stralunati e il volto contratto in una risata senza felicità, digrignando i denti e aggrottando le sopracciglia, imponendosi fisicamente. Le violenze da lui perpetrate colpiscono per la cruda veridicità: descrivono scenari possibili – e spesso attuati.  A vestire i panni di J (nonché di regista e direttore dello spazio scenico) è l’abilissimo Francesco Randazzo che anima un personaggio tormentato e afflitto, simbolicamente costretto su una sedia a rotelle.

J e H, H e J, due anime che incarnano i concetti universali di bene e di male; “J&H”, il trionfo della malignità sulla civiltà. Che ognuno di noi sia e l’uno e l’altro?

Teatro dell’Orologio, Sala Gassman – via de’ Filippini 17/a, Roma

Per informazioni: telefono 06/6875550

Orario spettacoli: tutte le sere ore 20,00, domenica ore 18,30, lunedì riposo

Biglietti: €10,00 – €8,00 – incentive €1,00 – tessera associativa teatro €2,00

Sul web: www.jehdoppelgangersuite.tk

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